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#FightPlastic ora. Perché SodaStream ci ha portato in Honduras.

Lo so, la foto vi ha dato fastidio, bene.

Allora sappiate che esattamente lì ho passato 4 ore di una mattina di ottobre con 30 gradi e umidità all’80% e si assieme a dei miei colleghi ho pulito e pulito e pulito, con una mano sul naso per non sentire l’odore e con dei guanti che si bagnavano ogni 2 minuti di quella melma.

Al mio ritorno il pensiero di usare una bottiglia di plastica mi faceva venire la nausea, assieme ai miei colleghi siamo rimasti turbati da questo viaggio e ci sentiamo di portare il nostro messaggio a tutti, perchè una cosa  è vedere tutta quella plastica maleodorante in Tv e una cosa è starci in mezzo e pulire.

Ma perchè Il CEO Daniel Birnbaum ha organizzato questo viaggio a Roàtan con 150 dirigenti di SodaStream da tutto il mondo, e ha coinvolto scuole locali e organizzazioni ambientali per la pulizia del mar dei Caraibi e delle spiagge di Roatán?

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Daniel Birnbaum si è originariamente ispirato ad un video realizzato da Caroline Powers nell’ottobre del 2017 e trasmesso dalla BBC, che attraverso riprese subacquee documentava una gigantesca distesa di plastica galleggiante al largo della costa caraibica di Roatán.

Profondamente turbato da questo documentario ha pensato insieme ai propri collaboratori ad una soluzione per ripulire questa massa di rifiuti galleggiante.

Non possiamo eliminare tutto l’inquinamento da plastica nel nostro pianeta, ma ciascuno può fare la propria parte  Il nostro impegno più importante deve essere quello di non servirsi mai più di plastica usa e getta”.

La missione della durata di quattro giorni, ha previsto anche la partecipazione di ragazzi provenienti da 7 scuole locali che non solo hanno dato il loro contributo al clean-up i, ma hanno preso parte a lezioni condotte da esperti in tematiche ambientali con lo scopo di diventare “ambasciatori” di questo impegno all’interno delle loro comunità.

Le lezioni sono state tenute, tra gli altri, da Maria Westerbos, founder di Plastic Soup Foundation; Chris Jordan (uomo fantastico), noto fotografo e autore della piece “Albatross, un potente e drammatico racconto in immagini della tragedia ambientale nell’isola di Midway nell’Oceano Pacifico; Laura Leiva, ricercatrice esperta di inquinamento ambientale dell’Istituto “Alfred-Wegener Ifor Polar and Marine Research” in Germania; Elena Gonzalez, co-founder della Bay Island Coastal Clean-up e Mishelle Mejia, consulente sui temi della sostenibilità e Corporate Social Responsibility.

Oltre alla pulizia delle spiagge era presente anche La “Holy Turtle un’unità galleggiante lunga 1.000 piedi (circa 305 metri) creata per essere lentamente trainata da due imbarcazioni attraverso chilometri e chilometri di mare aperto. Una soluzione unica nel suo genere, progettata per individuare e raccogliere i rifiuti galleggianti evitando al contempo di recare danni alla fauna selvatica.

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Il design del dispositivo è stato ispirato dai sistemi di contenimento degli sversamenti di petrolio, ed è stato sviluppato in Florida, USA, da ABBCO, i leader mondiali nella progettazione di soluzioni di questo tipo.

I rifiuti in plastica raccolti dalla “Holy Turtle” saranno utilizzati per creare un’installazione artistica per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema ed educare i consumatori in tutto il mondo a non ricorrere più alla plastica monouso in tutte le sue forme, compresi bicchieri di plastica, cannucce, sacchetti e bottiglie.

Più di 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno nell’oceano – prosegue Birnbaum -. Si tratta di una plastica che non scompare: si trasforma in particelle minuscole, viaggia attarverso gli oceani, mette a rischio gli ecosistemi marini e finisce nella nostra catena alimentare. Dobbiamo tutti insieme unire le forze per ridurre il consumo di plastica usa e getta e impegnarci a cambiare le nostre abitudini all’insegna del riuso. Tutto è nelle nostre mani”.

Volete sapere quanto abbiamo ripulito in 4 giorni in 300 persone? Solamente l’equivalente a quello che viene gettato in mare ogni 30 secondi.

Avete ancora voglia di usare la plastica? Io no.

Namaste

Petra

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