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L’era digitale ci ha svuotato l’anima?

Sarà l’età, ma mi ritrovo sempre più spesso a farmi domande “sui massimi sistemi e valori” della società di oggi, mi sembra di tornare indietro al tempo in cui da adolescente nei miei primi viaggi assieme alle amiche, di notte, in una tenda di un campeggio al mare disquisivamo sul mondo, la vita, la filosofia e sul nostro futuro e così parlando facevamo l’alba.

Ed ecco che la vita sembra seguire un percorso circolare, e con l’età mi fa tornare indietro o, meglio ancora, al punto di partenza, al punto delle domande. Domande che, durante la frenesia degli anni tra i 25 e i 45 anni, spesso trascuriamo, totalmente immersi nelle sfide quotidiane fra lavoro, bambini, baby sitter e altro.

La nostra società sta subendo una trasformazione silenziosa ma profonda: la domanda che mi pongo è l’era digitale ci sta lentamente svuotando l’anima come persone?

Questo interrogativo mi spinge a riflettere su come, in quest’era di avanzata tecnologia e connettività globale, abbiamo forse perso di vista alcune delle qualità umane più importanti, come l’altruismo, la compassione e l’empatia.

La rivoluzione digitale ha portato con sé numerosi benefici, ma ha anche contribuito a uno spostamento dell’attenzione dall’interno all’esterno.

Con l’abbondanza di piattaforme social e di comunicazione online, siamo diventati sempre più concentrati sull’apparenza, sull’accumulo di like e follower, trascurando spesso la profondità delle nostre relazioni umane “offline”.

Siamo tutti di corsa, non ci fermiamo mai e siamo focalizzati molto su noi stessi e spesso ciechi verso quello che succede “fuori”.

I social media, pur avendo il potenziale per connetterci con il mondo, spesso ci conducono lungo un sentiero di narcisismo, un egoismo collettivo, giustificato dalla società e spesso anche quasi divinizzato.

La tendenza a pubblicare selfie, ad autocelebrarsi e a cercare costantemente conferme esterne può portare a una diminuzione dell’altruismo e dell’empatia. Siamo sempre più circondanti da narcisisti, o da finti guru acchiappa like? SI.

Il narcisista si preoccupa solo di se stesso, dei propri desideri e dei propri bisogni, e ignora gli altri. Enrich Fromm

Questa osservazione sembra ancor più pertinente oggi, quando molti sembrano più interessati a costruire la propria immagine online piuttosto che a contribuire alla comunità e alle relazioni offline.

Mentre il mondo affronta sfide globali come il cambiamento climatico e la disuguaglianza, rendere il benessere degli altri e della nostra madre terra diventa sempre più difficile?

Ma come si fa a trovare un equilibrio fra un egoismo crescente e un altruismo necessario in questi tempi difficili?

Secondo me non è necessario abbandonare del tutto la tecnologia o le reti sociali. È importante, però, trovare un equilibrio tra l’interazione digitale e le relazioni umane autentiche.

Investire tempo ed energie nell’aiutare gli altri, praticare la gentilezza e la gratitudine, viversi offline e sviluppare la famosa empatia prima verso sé stessi e poi verso gli altri ci potrebbe aiutare in questo viaggio.

Siamo chiamati a riflettere sulla direzione in cui stiamo andando e a compiere scelte consapevoli per coltivare il nostro spirito altruista.

Sento poche voci che parlano di filosofia, di empatia, e di ascolto. Ne sento troppe che parlano del nulla con un tono egoista.

Io sono un’ottimista di natura, e quindi credo ancora in questa umanità, ma faccio fatica ad indentificare delle voci autorevoli che parlino di cambiamento, di valori e di futuro.

Ecco si, non riesco più a pensare al futuro, non riesco ad immaginarlo, invece la Petra a 17 anni in quella tenda lo immaginava molto bene, pensava di poterlo plasmare e di rendere il mondo un posto migliore, pensiero rivoluzionario che tutti gli adolescenti forse hanno.

Ricordo lei e spero di rivedere quello sguardo di speranza nei giovani d’oggi, così sfuggenti e arrabbiati. Spero che loro riescano ancora a plasmare in meglio il nostro futuro.

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