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I social sono una droga, siamo pronti ad uscirne?

Nelle ultime settimane ho letto sia su Facebook che su Twitter di più persone che stanno abbandonando o hanno intenzione di abbandonare queste piattaforme.  Tra questi spicca  Linus di Radio Deejay che ha deciso di abbandonare Twitter per delle  discussioni avute con i tifosi juventini. Nel suo post “Facciamo basta“, la frase che mi ha colpito di più:

Sarebbe bello che anche qualcuno di voi avesse la lucidità di dire ok, basta, finiamola qui. Ma sarà difficile che accada, perché la vita digitale non è la vita reale. (Linus)

Ma perché ne vogliamo uscire? Forse perché siamo stanchi di una vita su un palcoscenico irreale, fasullo ed esagerato. La vita digitale non è la vita reale, la vita digitale sembra amplificare qualsiasi azione o pensiero, nel bene e nel male.

Le nostre avventure online sembrano avere  un “allure” che la vita reale non ha, sembra tutto più brillante, fantastico ed emozionante come in un film della vecchia Hollywood. La  voglia di condividere un momento speciale sui social sembra essere più importante del godersi il momento stesso.

Ed ecco allora la timeline di Facebook  ricca di  momenti meravigliosi e  super eccitanti con ..destinazioni esotiche, relazioni romantiche da “ufficiale e gentiluomo”, case stupende, feste da urlo, donne con trucco e parrucco che sembrano uscire da un  servizio fotografico e una vagonata di “selfies” con boccucce di rosa.

E’ chiaro quindi che i  social abbiano un poter altamente seduttivo su di noi e forse  questa dipendenza  deriva dall’uso dei suoi numeri come metrica di “popolarità”.

Facebook, Instagram e Twitter sono social network che funzionano sui numeri. Il numero degli amici, il numero dei like, il numero delle condivisioni, il numero dei messaggi ricevuti. Questa particolarità crea una specie di dipendenza negli utenti, ed è alla base del successo del social.  Dopo un po’ cerchiamo di alzare quei numeri. Ne vogliamo sempre di più.

Silvia Vecchini lo spiegava su un articolo di Wired sulla dipendenza da social, penso sia uno spunto interessante per analizzare questo attaccamento quasi morboso ai likes, condivisioni e numeriche.

Dai numeri si passa poi all’associazione fra i social network e le varie dipendenze da fumo, alcol o droga.

Sono sicuramente parole estreme, ma penso sia il caso che si cominci a riflettere su qualsiasi tipo di eccesso che tolga del tempo prezioso alla vita reale e crei una malsana dipendenza.

Ma allora cosa facciamo abbandoniamo tutti i social network ?

Io dico di “No”. Le varie piattaforme devono essere viste per quello che sono un modo ulteriore per comunicare, un filo che ci unisce alle persone che ci sono distanti fisicamente, un modo per condividere le nostre passioni e avere informazioni e novità dai marchi che amiamo di più. Usiamolo con discernimento senza diventarne schiavi, cercando di non paragonare la nostra vita a quella “splendentemente patinata” dei nostri amici.

Allora se rimaniamo su Facebook o Twitter lo dobbiamo fare con intelligenza e con un sano equilibrio fra vita reale e sociale. Le persone adulte riescono a capire la differenza ma le nuove generazioni devono essere accompagnate in questo viaggio perché potrebbero far fatica a vedere quella  linea sottile fra virtuale e reale.

Una cosa che sto cercando di fare di più negli ultimi mesi, è quella di pensare qualche volta di essere ancora negli anni ’90, nel periodo dei concerti live, dei nirvana, delle feste universitarie, tutte realtà vissute senza telefono.

Mettiamo giù il telefono e godiamoci la cena, lo spettacolo, la vacanza, i bambini e teniamo l’esperienza solo per noi senza condividerla sui social, diventerà così  un piccolo gioiello speciale da ricordare.

 

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