A pochi giorni dalla scomparsa di Prince, ho avuta una gran voglia di scrivere di lui, della sua storia, della sua musica e della sua personalità eccentrica che ha reso questo Artista un’icona.
Uso volutamente i sostantivi Artista ed Icona.
Artista: “chi esercita una delle arti, architettura, pittura, scultura, poesia e musica” ma anche, in un significato più esteso, “chi eccelle nel proprio lavoro, nell’attività che esercita, anche esprimendo una creatività particolare“. Prince, quindi, lo considero un Artista.
Icona: ” personaggio emblematico di un’epoca, un ambiente, un genere”. Prince, quindi, lo considero un’icona.
Prince non ha segnato solo la mia giovinezza, e con me quella di una generazione, ha soprattutto mostrato che è possibile seguire strade diverse, che l’omologazione al sistema non è la sola via.
Girovagando su internet ho trovato questo articolo su Rockol…..Chi era Prince? “Prince Rogers Nelson era un Artista, uno dei pochi cantanti degli ultimi decenni a potersene fregiare a pieno titolo. Anzi, è una parola che gli stava stretta, esattamente come gli stava stretto quel nome, che ad un certo punto abbandonò per un simbolo e per l’acronimo TAFKAP. The artist formerly known as Prince.
Funk, r’n’b, psichedelia, pop, rock e quant’altro: è difficile trovare un genere musicale che Prince non abbia frequentato e nel quale non abbia prodotto un album o canzoni memorabili. La sua discografia è un caleidoscopio, le sue performance ancora più leggendarie; sul palco, dal vivo era uno dei più grandi in circolazione: piccolo, minuto, eppure in grado di riempire un palco con la sua sola presenza.
Il primo ricordo che ho di Prince è quello dei primi anni ’80 dove ci struggevamo cantando le ballate lente come Purple Rain o Sign O’ the times, per poi scatenarci con Kiss o Cream.
Mi sono chiesta come un piccolo grande uomo abbia toccato così profondamente il cuore e l’anima di tante persone. Non era solo la sua musica, era la sua istrionica figura nei video e le sue spettacolari performance sul palco. Era un uomo, e un Artista, che non si risparmiava: per le sue diverse donne, per i suoi fans, per la musica. Andava sempre oltre alle aspettative, lui dava di più, al costo di distruggersi. Lentamente.
Prince è stato il cappellaio matto, l’anticipatore, il rivoluzionario nel tempio della musica. E’ stato a tutti gli effetti uno dei primi storyteller ed un mago della comunicazione arrivando a creare un’icona di sé stesso. Un lovemark.
Prince era l’apoteosi della poliedricità, lo chiamavano his Majesty, sua maestà.
Vorrei ricordarlo come uno dei lovemark che ti segnano a vita, che divengono nell’immaginario e nella realtà, icone indistruttibili.
Prince grande cantastorie e storyteller
Come un cantastorie, Prince sembrava uscito da un paese incantato. Le sue canzoni sono delle storie dentro le quali ti accompagnava raccontandole come fossi in Alice nel Paese delle meraviglie. Ti chiedi se sta scherzando o meno, se è serio o meno.
Nella vita come nella musica era mix incredibile ed indefinibile di spirituale e sensuale, prova vivente della possibilità di includere due cose cosi distanti in una stessa canzone.
Prince il precursore del Personal Branding
La sua immagine era come una tela in cui lui disegnava diverse personalità e creava delle immagini. Era piccolo di statura, un mix androgino e di razze, una calamita sul palco e nella vita. Ha cambiato piu’ di 20 look in 35 anni; ha creato tendenze hairstyle; modi di vestire; ha cambiato nome e lo ha fatto diventare un simbolo contro la tirannide delle case discografiche.
Prince come icona comunicativa e lovemark.
Il viola è il suo colore e la pioggia viola, la “purple rain” lo identifica come un marchio. La sua identità è cosi forte che alla sua morte, tutto il mondo l’ha celebrata: murales, Google, riviste importanti, tutti hanno omaggiato la sua unicità.
Prince sua maestà in concerto.
La lista di canzoni per farvelo conoscere e da farvi ascoltare sarebbe enorme, così vi lascio con questo video, che mostra chi era Prince: ad un concerto tributo per George Harrison si esibisce su “While my guitar gently weeps” con il figlio del Beatle, Dhani, Jeff Lynne, Stevie Winwood e Tom Petty.
Sua maestà Prince non ce la fa a stare nell’ombra e in linea con gli altri e si riprende prepotentemente la scena con uno spettacolare assolo in cui ci sono il suo carisma, la sua potenza scenica e il suo gusto musicale. Enjoy.
Una risposta
Ho avuto la fortuna di ascoltare Prince in un concerto Live per il lancio di “Sign of the Times”.
Dal vivo era irresistibile, elettrizzante e quello che ascoltavi su disco era nulla a confronto della sua performance live.