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Come costruire l’architettura di un brand

La cosa che ho imparato intervistando alcune persone o parlando con loro è cercare di andare oltre l’aspetto puramente professionale, cercare di capire chi è veramente la persona che scrive il libro, capire le emozioni e le idee che lo hanno portato a creare quel lavoro. E poi cercare di suscitare in loro delle emozioni per far uscire la parte più vitale, umana e più vera.

E qui nell’ultima parte dell’intervista ho provato a fare questo parlando del suo libro X con Brian Solis, del suo X Baby come l’ho chiamato io, e come dolcemente lo ha chiamato lui alla fine. Conosciamo un po’ di piu’ allora il suo libro e l’aspetto piu’ umano di Brian, che durante tutta l’intervista ha riso molto, sorriso molto e ci racconatava di come vorrebbe venire in Italia.

 Brian raccontami del tuo libro X, è diverso anche nella grafica, nei contenuti, in tutto, una vera rivoluzione.

Il mio libro è stato costruito con l’Experience Architecture, l’ho volutamente fatto diventare un’esperienza, quello che volevo ottenere è l’effetto WOW quando lo apri.

Volevo coinvolgere il lettore in tutti i sensi, volevo che vivesse ogni pagina e volevo promuovere la parte di studio, di learining del libro ma allo stesso tempo dare anche  diversi strumenti per mettere in pratica le mie idee.

Non potevo raccontarvi l’esperienza senza farvela vivere con il mio libro. Dovevo raccontarvi una storia e coniugarla con un design che mettesse al centro il lettore.

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Ci ho messo ben 3 anni a fare il libro, é stata un’esperienza molto intensa per me,  di trasformazione,  e volevo dimostrare che tutto era possibile, anche creare un libro mai fatto.

Le ragioni per cui ci ho messo 3 anni sono diverse, soprattutto per le ricerche che ho dovuto fare e poi le prove di design del libro. Insomma volevo creare qualche cosa che non esisteva, con dei paradigmi completamente diversi da un libro normale.

La parte piu’ difficile e’ stata capire che tipo di design volevo fare, e quindi ho cominciato a  studiare le persone, come interagivano con il loro ipad, iphone, le diverse apps quanto durava la loro attenzione.

Dovevo capire  come scrivere le frasi per un audience diverso, e trasformare i paragrafi in qualcosa di visuale , come organizzare i contenuti in modo diverso. Ho dovuto creare ed inventarmi molte cose mentre lo facevo.

In effetti come dice lui il libro è un mix fra il mondo digitale ed analogico, un racconto visivo con tantissime citazioni ed esempi pratici su come costruire una mappatura, uno story board, un’architettura dell’esperienza. Direi che non lo definirei un libro.. ma un Ipad cartaceo, ti viene voglia direttamente da lì di twittare le varie citazioni nel libro.

Qual’è il brand che ti ha fatto veramente sentire speciale, ti ha emozionato Brian?

La storia che mi piace raccontare è quella di quando da bambino sono andato a Disneyland e come mi ha fatto sentire. E’ stato un momento importante di cambiamento per la mia vita. Sono diventato un dei loro fan più affezzionati, io adoro i loro film, ho visitato tutti i parchi a tema negli gli Stati uniti.

La Disney  cerca di lasciarti già  da bambino una forte emozione un ricordo indelebile  che a livello nostalgico poi ti ricordi da grande. Disney ha fatto questo intenzionalmente.

Un’altro brand che mi ha dato molto è stata la Apple di quando era in vita Steve Jobs.  Sembrava che Apple avesse capito il mio voler cambiare il business tradizionale e i suoi modelli e loro mi davano spunti e strumenti per mettere in discussione il business di allora  e i suoi paradigmi.

Disney ed Apple sono delle aziende che ti prendono proprio dal punto di vista emotivo  e penso che molte piu’ aziende dovrebbero fare e comportarsi come loro.

Brian ora ti racconto come mi ha fatto sentire l’acquisto del mio primo Macbook Air e come volessi sperimentare l’Experience dal momento dell’acquisto. L’ho comprato, l’ho portato a casa, l’ho messo sul tavolo e ho detto ok viviamola come un consumatore.

L’effetto che ho avuto aprendo il pack e accendendolo. è stato il famoso effetto WOW, per me il Macbook è un pezzo d’arte. Un oggetto molto facile da usare, ma anche da guardare, da toccare da guardare come un pezzo di design.

Certo Petra, inoltre visto che hai  anche un Iphone ed un Ipad avrai notato come  l’esperienza sia molto complementare, tutti i devices interagiscano fra di loro ed è un bel esempio di approccio olistico di prodotti diversi ma complementari.

Alla fine ci siamo lasciati dicendo che lo aspettiamo in Italia.. e aspettiamo il suo prossimo lavoro o Baby che ci racconti ancora un po’ della visione di un futuro molto vicino che sta  rompendo tutti gli equilibri sia a livello di business, ma anche a livello sociologico e a livello delle singole persone.

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A presto allora.

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