Ho guardato quasi tutti gli spot presentati al Superbowl, durante questo evento statunitense i marchi raccontano il meglio di sé con degli spot unici, fatti ad hoc, più lunghi, almeno di 60 secondi, dove si presentano delle storie. Come è andata? Vediamolo assieme.
Riguardandoli ho potuto notare che ci sono dei filoni comuni, delle tendenze di comunicazione che consapevolmente o meno le aziende e i creativi hanno seguito, e che hanno mostrato pregi, valori e difetti della società statunitense di oggi.
Tanti testimonial forse troppi, Amazon omnipresente con 2 spot, una nostalgia anni ’90 con i Backstreet boys, un futuro che avanza con 2 spot con robot che interagiscono nella nostra vita quotidiana, tanta ironia e divertimento e 2 spot sul girl power, in un era Trump all’insegna del potere agli uomini
L’emozione quella vera, che ti fa pensare, che ti tiene con il fiato sospeso fino alla fine, l’ho sentita solo con 2 spot, alla fine capirete quali.
Amazon é presente con 2 spot sia con Alexa il nuovo device per comandi vocali che con Amazon prime video. L’ Obiettivo evidentemente è quello di diversificare sui servizi e di puntare sul “voice” visto che è il 4 anno che è presente con un spot su Alexa. Insomma il 2019 si sentirà parlare solo di Voice, segnatevelo.
Il potere alle donne, con 2 spot uno di Bumble con Serena Williams come testimonial. Bumble è un Tinder dove la donna fa la prima mossa.
E Toyota che, celebrando “Toni” Harris, la prima ragazza in USA che ha ricevuto una borsa di studio per il Football Americano celebra tutte le donne e il potere di arrivare nonostante tutto.
Testimonial a gogo, non so quanti famosi sono presenti negli spot e che cachet milionari: sono stati pagati, da Serena Williams, a Sarah Jessica Parker, Jeff Bridges, i Back Street Boys e tantissimi altri.
Almeno Pepsi usa i testimonial ma lo fa con una bellissima ironia provate a guardare.
Il futuro è vicino con spot che parlano di intelligenza artificiale e Robotica.
La robotica non vince sopra alle emozioni ed eccovi qui il mio preferito, la rivincita delle persone vere e dove si raccontano delle storie reali, eccovi KIA, che si fa una domanda scomoda: ” …ma se non pagassimo un testimonial e dessimo tutti i soldi a persone bisognose?”
Lo spot rimanda al sito https://www.thegreatunknowns.org/ dove si parla di storie di persone vere dove all’interno vive in armonia anche il prodotto KIA , la parte più bella è una sezione per borse di studio per il college ricavato dai mancati cachet elargite alle persone famose.
Una settimana dopo il Superbowl in totale controtendenza e da ribelle arriva Diesel con la sua nuova campagna: #Beafollower.
Diesel con diversi video ci racconta la vita triste e complicata di questi influencer (nei video sono veri influencer) veicolando il messaggio che alla fine essere un follower è molto meglio. Giudicate voi.
Ed ecco qui un altro esempio di Diesel.
I due spot che ho apprezzato di più sono quelli di #beafollowerdi Diesel e di KIA con l’uso delle persone comuni.
Le marche dovrebbero ritornare a raccontarsi sul serio, senza l’uso di persone famose che deviano il messaggio.
Viva la normalità, diamo spazio alle emozioni e facciamo tutti i follower godendoci di più la vita e staccando dalla frenesia dei social.
Voi cosa ne pensate?
Namaste
Petra